CACCIA AL TESORO / CAPITELLI DELLA LESSINIA

/CACCIA AL TESORO / CAPITELLI DELLA LESSINIA
CACCIA AL TESORO / CAPITELLI DELLA LESSINIA 2023-02-10T21:21:17+00:00

CACCIA AL TESORO / CAPITELLI DELLA LESSINIA
OBIETTIVO:
FAI UNA RACCOLTA DI IMMAGINI, CAPITELLI E STELI DELLA LESSINIA!!!
 

Percorso proposto: 115 km – 2300 m D+

ATTENZIONE: le tracce dei percorsi proposti possono essere aggiornate a seconda delle segnalazioni di chiusure stradali ecc… 

Si raccomanda di scaricare la traccia aggiornata!

Clicca qui per aprire il percorso su Komoot

Clicca qui per aprire il percorso su Garmin Connect

Clicca qui per scaricare la traccia GPX

Tra i morbidi dossi e i verdi pascoli della Lessinia, tra una contrada e l’altra, tra una fuga di secolari faggi e il lastame del Rosso Ammonitico, sull’altopiano veronese si ergono quasi “sentinelle” del passato, di “momenti di vita”, i capitelli.

Abitualmente I’etimo popolare identifica in tali piccole architetture, qualsiasi immagine sacra che sporga da un muro, qualsiasi “segno” di fede che il “credo” abbia posto in qualche luogo. Il capitello architettonico così inteso, quando composto di uno zoccolo su cui sia inciso uno spazio epigrafico, una piccola nicchia ospitante l’immagine sacra e un timpano che sovrasti l’insieme, nasce certamente da motivazioni diverse, personali o comunitarie, e la sua funzione sarà sempre quella legata alla protezione, “scudo” quindi contro i pericoli naturali e soprannaturali, evidenziando sempre perciò la sua funzione apotropaica e rassicuratrice.

Il capitello che in funzione di “ex voto” è testimone di una pietà individuale, diviene testimone di pietà collettiva quando ad erigerlo sia uno stesso gruppo sociale, e diviene anche testimone di “storia” quando la sua erezione, la sua presenza, documenti eventi particolari, carestie, guerre, malattie.

I capitelli dell’area lessinica, pur esprimendo innanzi tutto una genuina religiosità popolare, sono rappresentativi spesso anche di un certo gusto estetico, legato al momento storico, alle condizioni socio-economiche dei committenti e logicamente alla maestria dei lapicidi, dei madonnari che operavano spesso con i soli mezzi “spontanei” reperiti in loco.
Nel processo di cristianizzazione il capitello ha probabilmente sostituito il significato dell’albero sacro in cui il paganesimo vedeva le forze rigeneratrici della natura; non a caso, infatti, spesso dove sorge il capitello c’è l’albero, del quale le stesse “colonnette” della Lessinia Orientale potrebbero essere l’evoluzione.

Ecco introdursi allora, quella certa “magicità”, intrinseca nel capitello, spesso eretto (come le Croci) nei crocicchi, sui dossi, abituali itinerari delle “strie”, delle “fade” intese quali forze malefiche, entità avverse.

La finalità apotropaica del capitello, eretto davanti alle contrade, è evidente; si spiegano così anche i diversi simboli scolpiti spesso sulle chiavi di volta, sul timpano o sulle spallette del monumento, che diventano “magiche grafie” del bene e della fecondità. Si materializza qui il bisogno di protezione che solo il soprannaturale e lo straordinario potranno garantire, il Sigillo di Salomone ad esempio o la ruota solare.

La tradizione vede la nascita dei capitelli nei lumicini che fin dal XII secolo erano posti negli angoli bui delle contrade e delle strade, oltre che per illuminare, anche per proteggere e rassicurare i viandanti contro eventuali agguati.

Affinché la luce non splendesse a vuoto, dietro il lumicino si pensò di porre un’immagine sacra che nello stesso tempo avrebbe intimorito anche i malvagi. Nel corso dei secoli, la semplice immagine illuminata si trasformò in edicola e tempietto, così come oggi si presenta all’occhio del magari frettoloso, passante.

Attraverso questi piccoli monumenti alla fede, il credente entrava in sintonia col sacro ed un invisibile filo univa divino e “profano” in una “magica” continuità d’intenti. Forse il tempo delle “rogazioni” è lontano e irripetibile, forse nessun Rosario si sgrana più ai piedi del capitello, ma non per questo la realtà del loro “credo” è scaduta, anzi forse è solo assopita e il bisogno di “ritorno alle origini” che si sta respirando ultimamente, ne potrebbe esser la riprova.

Nel ventaglio lessinico, centinaia sono gli esempi più o meno rappresentativi del tema in parola. Intorno ai “capitei” spirano spesso fantasiose leggende che supportate dal racconto populistico, sempre ingigantiscono la “storia”.

 

Clicca qui per il sigillo n. 1 – DA SALIERI A VIRGILIO

Clicca qui per il sigillo n. 2 – PALLADIO, VENETI A ESTE E PETRARCA

Clicca qui per il sigillo n. 3 – COLLINE MORENICHE DEL GARDA

Clicca qui per il sigillo n. 4 – VAL DI NON

Clicca qui per il sigillo n. 5 – SABBIONETA E BRESCELLO

Clicca qui per il sigillo n. 6 – LAGO DI TENNO E GIRO DELLA VALLE

Clicca qui per il sigillo n. 7 – PASSO BORCOLA

Clicca qui per il sigillo n. 9 – CINQUE LAGHI

Clicca qui per il sigillo n. 10 – TAPPA GIRO D’ITALIA